POLIPI E POLIPOSI
dell’apparato digerente
I polipi sono escrescenze della mucosa, che possono formarsi nell’apparato digerente. Generalmente, il tratto più interessato dalla formazione di polipi è l’intestino (polipi intestinali).
La poliposi è quella sindrome che definisce la formazione e la presenza di polipi nell’intestino. Nel raccogliere l’anamnesi patologica familiare è opportuno indagare se i consanguinei del Paziente abbiano presentato polipi, perché questo deve indurre ad una più attenta e precoce sorveglianza.
La poliposi familiare è una malattia genetica, caratterizzata dalla presenza di numerosissimi polipi adenomatosi, in numerosi tratti intestinali ed anche in distretti extra-intestinali, e prevede continui e ripetuti controlli endoscopici, con rimozione degli stessi. È importante la distinzione tra polipi benigni e polipi con vario grado di malignità. In realtà, non esistono polipi benigni al 100%, perché tutti, anche se in bassa percentuale, possono trasformarsi in neoplasie maligne. Alcuni polipi, tuttavia, hanno un potenziale di malignità molto basso. Sono i polipi infiammatori, quelli cioè che si formano per una reazione del tessuto mucoso a uno stato infiammatorio aspecifico.
Ci sono poi i polipi che si originano da accumuli di altre sostanze o tessuti nella mucosa del viscere: abbiamo per esempio i polipi acantosici esofagei, per accumulo di glucogeno, i polipi amartomatosi dello stomaco, per accumulo di connettivo.
I polipi che devono destare preoccupazione sono i polipi adenomatosi, dei quali è dimostrata l’evoluzione in cancro. Studi epidemiologici hanno certificato che la patogenesi dei polipi è legata sia a fattori genetici che a fattori ambientali, tra cui l’alimentazione. Non è un caso se nei Paesi occidentali prevalgono i tumori del colon, per un’alimentazione povera di fibre e ricca di grassi e nei Paesi orientali i tumori dello stomaco, per l’abbondanza di cibi affumicati e speziati.
Un corretto stile di vita, l’evitamento del sovrappeso e una dieta ricca di frutta e verdura costituiscono la prevenzione primaria dei tumori del colon retto. Sembra che l’assunzione di acido acetil-salicilico e di alcuni FANS, a basso dosaggio, costituisca un fattore di protezione. È molto importante la diagnosi precoce di questi tumori, nelle fasi iniziali, quando possono essere resecati, durante lo stesso esame endoscopico. Questa si definisce prevenzione secondaria.
Polipi dell’intestino
I polipi dell’intestino (polipi intestinali) sono delle rilevatezze mucose che protrudono nel lume intestinale, in qualsiasi tratto di questo, e possono essere benigni o maligni.
Uno dei principali obbiettivi della medicina moderna è la prevenzione, e soprattutto la prevenzione dei tumori.
In tutti i tratti intestinali possono formarsi escrescenze della mucosa che sono i polipi. I quali polipi diventeranno cancri. Perciò bisogna indagare, eseguendo la gastroscopia e la colonscopia, la formazione di questi polipi, per poterli resecare, nel corso dello stesso esame endoscopico, quando sono ancora di piccole dimensioni.
Il polipo è peduncolato (se ha un peduncolo) o sessile, se è tutto adeso alla parete del viscere; può essere anche piatto o formare un’estensione laterale.
Il polipo può essere unico o multiplo (poliposi); può essere infiammatorio (cioè dovuto ad uno stato di infiammazione cronica della mucosa), iperplastico per reazione della mucosa, può essere adenomatoso benigno ma con diversi gradi di malignità (displasia) oppure essere già maligno (displasia grave e/o carcinoma in situ). In ogni caso, se la resezione eseguita durante l’endoscopia lascia i margini di resezione liberi dal male, la polipectomia endoscopica è da considerarsi una terapia definitiva. I controlli, che vanno effettuati nel tempo, sono necessari perché questi polipi tendono a riformarsi.
La classificazione dei polipi avviene in base all’esame istologico. Con le più recenti metodiche di imaging endoscopica (alta definizione HD, zoom endoscopi, colorazione elettronica NBI), si ottengono classificazioni endoscopiche, che permettono al Gastroenterologo Endoscopista di prendere decisioni immediate nel corso dell’esame.
Polipi dell’esofago
Polipi esofagei: sono il 20% dei tumori benigni esofagei.
Si sviluppano dalla sottomucosa. Hanno un peduncolo lungo e sottile oppure sono sessili, cioè adesi alla parete del viscere. E’ indispensabile asportarli in corso di gastroscopia (polipectomia endoscopica) ed effettuare la diagnosi istologica; possono essere fibromi, mixomi, lipomi, fibromixomi, fibrolipomi, angiofibrolipomi.
Papillomi esofagei: Sono rari: 2-3% dei tumori benigni. Si trovano nell’esofago distale.
Sono intraluminali e spesso associati ad esofagite cronica. Si sviluppano dalla mucosa e dalla sottomucosa. Sono di origine virale e possono degenerare. Vanno resecati (polipectomia).
Polipi gastrici
I polipi adenomatosi dello stomaco sono rari e vengono trovati occasionalmente in corso di gastroscopia in quanto essi non provocano disturbi e non dànno segno della loro presenza.
Molto più frequenti sono i polipi fundici e quelli infiammatori. Vanno asportati con la tecnica della polipectomia endoscopica.
Polipi del piccolo intestino
I polipi del piccolo intestino sono rari e quasi mai maligni.
Il tratto del piccolo intestino, che decorre dal legamento di Treitz (duodeno) alla valvola ileocecale, è esplorabile solo da endoscopi particolarmente lunghi, gli enteroscopi e la procedura è assai invasiva e complicata. Questo tratto di intestino va indagato in pazienti affetti da poliposi familiare, in caso di perdite ematiche di origine sconosciuta e in alcuni casi di morbo di Crohn. Altre possibilità di indagine per questo tratto intestinale sono alcune tecniche di Risonanza Magnetica con particolari mezzi di contrasto e la capsula endoscopica.
Polipi del colon
I polipi del colon sono quelli più frequenti e per i quali è stato dimostrato, con l’avvento della endoscopia digestiva, che sono soggetti alla trasformazione maligna. Cioè si trasformano in cancri.
I polipi del colon vanno resecati in corso di endoscopia. La tecnica che permette ciò si chiama polipectomia endoscopica.
Essa consente, come dice il nome, di tagliare il polipo durante l’esame endoscopico, utilizzando un’ansa appropriata che si chiama ansa per polipectomia endoscopica. L’ansa è una specie di cappio, realizzato con filo metallico, attraverso il quale passa la corrente elettrica trasmessa da un elettrobisturi. La corrente può avere caratteristiche differenti e può essere di coagulo, di taglio o mista. I moderni elettrobisturi hanno un sistema di corrente così detta “intelligente”, che cioè alterna, autonomamente ed in base alla “sensazione” trasmessa dall’ansa, corrente di taglio e corrente di coagulo. Questo permette di ottenere un buon taglio del polipo ed una modesta perdita di sangue (una buona emostasi). Oggi è in uso la metodica di infiltrare il tessuto circostante la lesione con una soluzione idrosalina ed adrenalina. Questo migliora l’emostasi e permette un taglio di tessuto più vasto (mucosectomia), rendendo ancora più radicale la procedura terapeutica per i polipi del colon che dei polipi dello stomaco.